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“Una squadra senza storia è una squadra senza futuro”

Wilmar Saluz

Il legame tra l’isola d’Elba e il rugby è saldo e inscindibile da ormai più di 40 anni. Un legame nato grazie all’impegno instancabile e alla tenacia di Wilmar Saluz, storico tecnico e fondatore di una delle più longeve società sportive elbane.

 

Era il 1976 quando Saluz sbarcò dal traghetto portando con sé un pallone ovale nuovo di zecca, destinato pochi anni dopo, sul campo della Bricchetteria, a ricevere il calcio di inizio della prima partita di rugby all’Elba. Un calcio di inizio sudato, frutto di testardaggine, riunioni accese e rivalità con altre realtà sportive, forse preoccupate di perdere potenziali tesserati. Ma, si sa, le difficoltà accendono la competizione e l’agonismo nel vero sportivo e Saluz non si perse d’animo, ma decise di diffondere la pratica del rugby alla Scuola Media Pascoli di Portoferraio, in cui insegnava Educazione Fisica.

I successi furono rapidi e la squadra della scuola, guidata e iscritta da Saluz ai Giochi della Gioventù, in poco tempo sconfisse le scuole di Cecina e Livorno guadagnandosi l’ingresso alla fase nazionale di Roma e giocando contro le squadre di Roma e L’Aquila.

 

Da lì il passaggio da gruppo studentesco a squadra iscritta al Comitato Regionale Toscano, con il nome della Polisportiva Elba Rekord e i colori bianco-rossi. Negli anni due finali per l’accesso alla serie C1 e alla serie B e la partecipazione al campionato nazionale di C1,con trasferte in tutto il centro nord, da Trieste a Roma passando per Milano e tante altre città.

Il cammino alla ricerca di un campo per allenare la squadra, per trovare una sede e ospitare così la vita societaria, è passato dalle 1000 lire ad allenamento del campo del Carburo, al campo della Bricchetteria. Qui la società ha rifatto, con l’aiuto del Comune, l’impianto di illuminazione, il terreno di gioco e ha rimesso in funzione l’impianto a pannelli solari, abbandonati da tempo.

 

Poi il passaggio nel nuovo impianto di San Giovanni, in cui la società è rimasta senza l’aiuto di nessuno, ma ha investito dapprima 35 milioni di lire per rifare il terreno di gioco e, successivamente, ha partecipato alla progettazione e alla realizzazione della tribuna con sede sociale sottostante per 270 milioni di lire.

Una bella soddisfazione per chi, come Saluz, aveva vissuto l’ostruzionismo e le tante vicissitudini negative degli inizi. Le difficoltà di quegli anni e il carattere degli elbani hanno trovato forma grafica in una vignetta che il Corriere Elbano dedicò alle lotte di Saluz in nome della società e nello scorfano, diventato poi simbolo dell’Elba Rugby.

 

Nessuna società sportiva ha mai fatto tanto, con impegno e atti concreti, per lo sviluppo psicofisico dei giovani elbani e per aiutarli a scoprire l’importanza e la forza dell’appartenenza a un gruppo. Un gruppo che da decenni fa la storia dello sport elbano.

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